23 giugno 2020

Riscatto Anni di Laurea: Conviene per la Pensione?

riscattare la laurea
Il riscatto degli anni di laurea consente di convertire il periodo di studi universitari in contributi previdenziali per la pensione: il costo del riscatto di laurea dipende se la pensione verrà liquidata con il sistema retributivo o contributivo e dalla collocazione temporale del periodo di studi, dunque per capire se conviene riscattare la laurea occorre un calcolo preciso, considerando che il riscatto di laurea è oggetto di deduzioni in dichiarazione dei redditi e che influirà su requisiti e importo della pensione


Da valutare il cosiddetto riscatto agevolato, disponibile dal 2008 per i soggetti non iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza che non abbiano iniziato l'attività lavorativa e, dal 2019, anche per chi lavora ma solo per periodi del corso di studi dopo il 1 gennaio 1996, ovvero da quando è entrato in vigore il sistema contributivo: scegliendo il riscatto agevolato invece del riscatto ordinario si paga decisamente meno, si raggiunge prima il requisito contributivo per la pensione (come con l'ordinario) ma è più probabile che l'importo della pensione non aumenti.

Il riscatto degli anni di laurea è stato introdotto con l'articolo 2-novies del decreto legge 30/1974 convertito con legge 114/1974, poi l'articolo 2 del decreto legislativo 184/1997 lo ha riformato. L'allargamento di chi può chiedere il riscatto agevolato è stato introdotto con l'articolo 20 del decreto legge 4/2019, convertito nella Legge 26 del 28 marzo 2019, e sarà disponibile in via sperimentale per il triennio 2019/2021.

Riscatto laurea: costo, calcolo e funzionamento

Riscattare la laurea: quali titoli e quali anni si possono riscattare - Va subito detto che non è possibile il riscatto di laurea se durante gli anni di studi universitari si lavorava e dunque si avevano già contributi previdenziali. Si possono riscattare gli anni universitari in corso, ovvero: essendo esclusi gli anni fuoricorso, il riscatto degli anni di laurea vale solo per periodi corrispondenti alla durata dei corsi legali.

Si possono riscattare gli anni di laurea che hanno portato al conseguimento dei titoli previsti dall'articolo 1 legge 341/1990 di Riforma degli ordinamenti didattici universitari, anche se conseguiti all'estero (ma con valore legale in Italia):
  • diplomi universitari (corsi di durata non inferiore a 2 anni e non superiore a 3)
  • diplomi di laurea sia relativi ad ordinamenti universitari anteriore al 1999 (corsi di durata non inferiore a quattro e non superiori a sei) sia degli ordinamenti universitari post decreto 509/1999 (lauree triennali e specialistiche)
  • diplomi di specializzazione che si conseguono successivamente alla Laurea ed al termine di un corso di durata non inferiore a due anni
  • dottorati di ricerca
  • diplomi rilasciati dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale (AFAM) derivanti da corsi attivati a decorrere dall'anno accademico 2005/2006 e che danno come titolo di studio il diploma accademico di primo e secondo livello, il diploma di specializzazione, il diploma accademico di formazione alla ricerca
Non si possono riscattare a fini previdenziali le borse di studio concesse dalle Università per la frequenza ai corsi di dottorato di ricerca (Circolare Inps 101/1999) e gli assegni concessi da alcune scuole di specializzazione (Circolare Inps 133/2003).

Con la Legge di Stabilità 2016 è stato cancellato il divieto di riscatto della laurea se si ha già riscattato il periodo di congedo parentale facoltativo (congedo di maternità/paternità facoltativa) al di fuori dal rapporto di lavoro. In altre parole, dal 1 gennaio 2016 si possono riscattare entrambi i periodi, sia quello degli studi che quello del congedo parentale, che fino al 31 dicembre 2015 erano alternativi. La norma è retroattiva e si possono riscattare i periodi prima del 1 gennaio 2016

Quanto costa riscattare la laurea - Il costo del riscatto degli anni universitari dipende dalle norme che regolano la liquidazione della pensione, se con il sistema retributivo o con quello contributivo, a seconda della collocazione temporale dei periodi oggetto di riscatto: in altre parole, il calcolo del riscatto di laurea dipende se gli anni universitari da riscattare sono prima o dopo il 1 gennaio 1996, ovvero quando venne introdotto il sistema contributivo al posto del retributivo:
  • calcolo riscatto laurea prima del 1996: si usano i coefficienti delle tabelle emanate per l'attuazione dell'articolo 13 della legge 1338/1962, ovvero si applica il meccanismo della riserva matematica, per cui il costo del riscatto dipende da fattori variabili quali l’età, il periodo da riscattare, il sesso e le retribuzioni percepite negli ultimi anni
  • calcolo riscatto laurea prima dal 1 gennaio 1996 in poi: si prende la retribuzione lorda assoggetta a contribuzione nei 12 mesi meno remoti rispetto alla data della domanda, la si moltiplica per l'aliquota contributiva di riferimento alla data di presentazione della domanda di riscatto (per la maggior parte dei lavoratori dipendenti ora al 33%), moltiplicata per gli anni da riscattare (ovvero: stipendio lordo annuo prima della domanda x 0,33 x anni universitari da riscattare = costo riscatto laurea)
Il pagamento del costo del riscatto di laurea può essere fatto in una sola soluzione oppure con pagamento fino a 120 rate mensili. Il mancato pagamento anche di una sola rata l'Inps lo considera come rinuncia al riscatto e chiude la pratica, che comunque può essere riaperta in ogni momento con ricalcolo del dovuto.


Riscatto laurea agevolato - Detto anche riscatto scontato o riscatto flessibile, è una possibilità disponibile dal 2008 per chi non è iscritto ad alcuna forma obbligatoria di previdenza perché non lavora. In altre parole, in assenza di una retribuzione o di un reddito di riferimento l’onere di riscatto è costituito dal versamento di un contributo, per ogni anno da riscattare, pari al livello minimo imponibile annuo dei commercianti (15.878€ nel 2019), da moltiplicare per l'aliquota previdenziale dei lavoratori dipendenti vigente nell'anno di presentazione della domanda (33% nel 2019, quindi si moltiplica per 0,33), anche se il riscatto è richiesto da artigiani, commercianti, autonomi in genere. E ciò anche se gli anni universitari da riscattare sono antecedenti al 31 dicembre 1995.

La legge 26-2019 estende, per gli anni 2019-20-21 e in fase sperimentabile eventualmente prorogabile, la possibilità del riscatto agevolato a chi già lavora solo per anni universitari dal 1 gennaio 1996 in poi: in questi casi, per capire se il riscatto di laurea conviene in forma ordinaria o agevolata occorrono precisi calcoli.

ATTENZIONE - La sentenza della Corte di Cassazione numero 16828 del 24 giugno 2019 ha dato ragione all'Inps, stabilendo che non è possibile il riscatto degli anni universitari antecedenti il 1 gennaio 1996 per i lavoratori iscritti alla gestione separata. Questo perché prima di tale data non esisteva tale gestione previdenziale, dunque in tali casi non può trovare applicazione il principio cardine del riscatto di laurea, ovvero "consentire la copertura assicurativa di un periodo in cui l'interessato, essendosi dedicato allo studio, non ha potuto ottenere il versamento dei contributi assicurativi che avrebbe invece conseguito se avesse lavorato". Le sentenze della Cassazione non fanno legge e valgono solo per i casi sottoposti ai giudici, ma vengono comunque tenute in conto come precedenti in casi analoghi.


Conviene riscattare la laurea?

Vantaggi del riscatto di laurea: conviene? - Ci sono agevolazioni fiscali per chi decide di riscattare gli anni universitari: per i lavoratori quanto pagato è deducibile dal reddito secondo le regole dell'articolo 10 del Testo Unico per le imposte sui redditi relativi ai contributi previdenziali. Invece per i disoccupati è detraibile nella misura del 19% dall'imposta dovuta dai soggetti verso i quali chi riscatta è considerato familiare a carico. In pratica i genitori possono decidere di pagare il riscatto di laurea dei figli che ancora non lavorano, accedendo così alla detrazione. Si ha diritto alla deduzione e non alla detrazione anche se si è fiscalmente a carico ma sono stati versati contributi previdenziali prima della domanda di riscatto.

I contributi per la pensione derivanti da riscatto di laurea hanno la stessa validità di quelli versati lavorando, sono pertanto utili per raggiungere i requisiti contributivi per la pensione anticipata o per i 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia, mentre non è quantificabile in via generale l'effetto sull'importo della pensione. Il riscatto, dunque, può determinare, a seconda dei casi, un anticipo dell'età pensionabile nonché un incremento del valore dell'assegno pensionistico per l'assicurato, ma è chiaro che meno si paga e meno si avranno effetti sull'importo della pensione: in altre parole, il riscatto agevolato incide poco sull'assegno (che può anche ridursi).

Secondo le simulazioni effettuate da Progetica, società indipendente di analisi finanziarie e previdenziali, un lavoratore oggi trentenne che ha con le norme attuali un'età per la pensione di vecchiaia stimata a 70 anni e 5 mesi (destinata a crescere se le cose continuano così...), avendo iniziato a lavorare e quindi pagare contributi a 25 anni, andrebbe in pensione anticipata a 68 e 4 mesi con un riscatto di tre anni di studi, a 66 e 2 mesi con un riscatto di cinque anni. Invece  un lavoratore oggi quarantenne ha, con le norme attuali, un'età per la pensione di vecchiaia stimata a 69 anni e 5 mesi ma andrebbe in pensione anticipata a 67 e 4 mesi con un riscatto di tre anni di studi, a 65 e 2 mesi con un riscatto di cinque anni, sempre se avesse iniziato a lavorare  a 25 anni, senza interruzioni di carriera (già questo fa intendere come la situazione lavorativa attuale renda il riscatto della laurea meno conveniente per molti). Infine, un lavoratore oggi cinquantenne ha un'età per la pensione di vecchiaia stimata a 68 anni e 3 mesi: con un riscatto della laurea di tre anni andrebbe in pensione anticipata a 66 e 2 mesi, con un riscatto di cinque anni a 63 e 11 mesi.

Ogni situazione va valutata individualmente, va detto però che nei casi di esempio su indicati l'anticipo degli anni di pensione si riduce progressivamente più tardi si comincia a lavorare e se si ha una carriera discontinua (ovvero si hanno periodi in cui non si pagano contributi: per risolvere si dovrebbero spendere altri soldi pagando i contributi volontari per la pensione).

Poi si deve considerare che, andando in pensione prima avendo riscattato gli anni di università, l'importo dell'assegno si riduce (riduzione che aumenta più sono gli anni riscattati) ma siccome verrebbe preso per più anni ci sarebbe un aumento della ricchezza complessiva percepita con la pensione (se ovviamente si vive abbastanza). Infatti "rispettando" le attuali stime di vita i guadagni totale sarebbero i seguenti:
conviene riscattare gli anni di laurea per la pensione?
Come per i calcoli sugli anni di anticipo su esposti, le ipotesi sono per un inizio di carriera lavorativa a 25 anni senza interruzioni, crescita retribuzione futura nulla (per semplicità di calcolo), crescita Pil 1% annuo e speranza di vita media per come è ora secondo l'Istat.

Insomma, la domanda "conviene riscattare la laurea per la pensione?" non può avere una risposta generalizzabile, ognuno deve farsi bene i propri e conti.
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