7 marzo 2022

Lavoro Part Time e Pensione: Contributi, Età Pensionabile e Importo

Uno dei problemi principali per i lavoratori è capire come e quanto il lavoro part time influisce sulla pensione: il lavoro a tempo parziale, infatti, non sempre porta a un aumento dell'età pensionabile e/o uno slittamento in avanti dell'accesso alla pensione basato sugli anni di contributi, purtroppo però sempre ha impatto negativo sull'importo dell'assegno perchè la busta paga è inferiore e questo si rifletterà inevitabilmente nella pensione.

Vediamo dunque quali sono gli effetti del lavoro part-time sulla pensione, che sono più significativi - e negativi - per i lavoratori nel sistema contributivo.

Lavoro part time e contributi per la pensione

Per quel che riguarda i contributi per la pensione con lavoro part time, nel settore privato le settimane, i mesi e gli anni di lavoro a tempo parziale orizzontale o verticale sono conteggiati come lavoro full-time a tempo pieno se vengono rispettati i minimi retributivi per il lavoro dipendente: poco oltre i 10.928 euro nel 2022, dunque 210,15 euro a settimana (ai sensi dell' art. 7 del DL 463/1983).

In altre parole, per i lavoratori dipendenti del settore privato con contratto di lavoro part time l'anzianità contributiva è piena se sono rispettati i minimali di retribuzione.

Per i dipendenti pubblici il regime è ancor più favorevole ai sensi dell' articolo 8, paragrafo 2, legge n. 554-1988, dove è specificato che per i contributi della pensione gli anni di lavoro part-time nel settore pubblico sono calcolati per intero. Lo stesso vale per l'indennità di cessazione dal servizio.


Un esempio riferito ad un lavoratore del settore privato: 35 anni di lavoro full-time, 8 anni di lavoro part-time con un reddito annuo superiore al minimo INPS su indicato, al termine della sua carriera lavorativa avrà sempre un'anzianità contributiva di 43 anni, cosa che potrebbe consentire l'accesso alla pensione anticipata secondo le attuali regole in vigore.

Lavoro part time e importo della pensione

Come appena spiegato, il lavoro a tempo parziale può non far slittare in avanti l'età pensionabile a causa del minor peso dei contributi e dunque può non portare alla necessità di lavorare più anni per raggiungere l'anzianità contributiva minima richiesta.

Però in ogni caso il lavoro part time riduce l'importo della pensione rispetto al full-time. Questo è chiaramente dovuto alla retribuzione, che col lavoro a tempo parziale è inferiore rispetto al lavoro a tempo pieno: più è il periodo lavorato a part-time e maggiore sarà la riduzione.

effetti sulla pensione del lavoro part-time L'effetto del lavoro part time sull'importo della pensione è solo sulla quota contributiva: per i lavoratori più giovani, di più recente ingresso nel mondo del lavoro (chi ha iniziato a versare contributi dal 1 gennaio 1996), è la sola quota esistente per l'accantonamento dei contributi e dunque l'effetto sull'importo della pensione dovuto alla retribuzione ridotta col lavoro a tempo parziale incide maggiormente, invece per chi è nel sistema misto contributivo-retributivo (ovvero chi, al 31 dicembre 1995, lavorava già ma non aveva ancora 18 anni di contributi) l'effetto è minore perchè la quota retributiva non viene intaccata dal part-time.

Per chi è nel sistema solo retributivo (ovvero chi, al 31 dicembre 1995, aveva almeno 18 anni di contributi) potrebbe essere un effetto nullo se i periodi di part-time sono stati fatti prima del 2012, da quando cioè la Riforma Fornero ha deciso che questi effetti valgono anche per chi, seppur interamente nel sistema retributivo, decide di passare a orario ridotto. In realtà per questi soggetti potrebbe però diventare un vantaggio: ribadito che la quota retributiva non viene intaccata, ampliandosi il periodo di riferimento per la ricerca delle ultime 260 e 520 settimane si andranno a rivalutare a ritmi maggiori le retribuzioni più remote nel tempo.


Il lavoro part time può far aumentare l'età per la pensione?

Questo elemento è molto importante per i lavoratori interamente nel sistema contributivo (cioè che hanno iniziato a versare contributi dal 1 gennaio 1996), per i quali - come spiegato più sopra - gli effetti sulla pensione del lavoro a tempo parziale sono più forti.

Infatti col sistema contributivo si può accedere alla pensione di vecchiaia all'età prevista dalle norme previdenziali non solo se è stata raggiunta l'anzianità contributiva richiesta, ma anche se l'assegno supera l'importo-soglia di 1,5 volte l'importo dell'assegno sociale.

Dunque c'è il rischio che lavorando part-time molti anni questo importo-soglia non venga raggiunto al compimento dell'età anagrafica per la pensione, cosa che costringerebbe quindi a lavorare ancora alcuni anni per raggiungerlo tramite il versamento di ulteriori contributi (attualmente il limite è fissato a 70 anni, ma col meccanismo dell'adeguamento all'aspettativa di vita può aumentare nel tempo).

Evitare gli effetti del lavoro part time sulla pensione

Per ovviare alla riduzione della contribuzione dovuta al lavoro a tempo parziale si può tentare la strada del versamento di contributi volontari per la pensione.

Un'altra soluzione onerosa è quella del riscatto dei contributi dei periodi a tempo parziale, a condizione che i periodi di part-time risultino non lavorati e che siano collocati entro il periodo temporale del rapporto di lavoro: è necessario farsi bene i proprio conti per verificare quale delle due può essere più conveniente.
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