5 giugno 2018

Regime Forfettario per Partita Iva: Requisiti di Accesso, Aliquote e Tasse

La partita Iva col regime dei minimi non c'è più dal 1 gennaio 2016: le persone fisiche che svolgono attività di impresa o di lavoro autonomo iniziate da quest'anno possono aprire una partita Iva agevolata con la sola tipologia ora in vigore, la partita Iva forfettaria. Con la Legge di Stabilità 2016 il governo Renzi ha riformato definitivamente questo importante tassello del lavoro autonomo, anche se ovviamente chi ha ancora attiva una partita Iva con regime dei minimi, aperta magari nel 2014 o nel 2015, potrà continuare fino alla naturale scadenza oppure, se lo ritiene conveniente, passare al nuovo sistema (ci sono però alcune cose da sapere, riportate più sotto). Vediamo dunque le condizioni di accesso al regime forfettario per la partita Iva, i limiti di fatturato e di coefficienti di reddito, le aliquote per la tassazione ed i contributi INPS. Ricordiamo inoltre che con il "Jobs Act del lavoro autonomo", approvato nel mese di maggio 2017, sono state introdotte nuove tutele e sgravi fiscali per autonomi e professionisti.

Aprire la partita Iva agevolata col regime forfettario - Dunque ora aprire una partita Iva con regime agevolato comporta per forza di cose aprire una partita Iva con regime forfettario, altro modo non c'è: se fino a tutto il 2015 era rimasta la possibilità di aderire ancora al vecchio regime dei minimi oppure optare per il forfettario (introdotto dal 1 gennaio 2015), da gennaio 2016 il periodo di transizione è terminato e dunque la scelta non si pone. Tuttavia il governo Renzi ha modificato alcune cose, in questa guida indichiamo tutto per come è ora.
NB: la partita Iva è necessaria anche per i lavori online e da casa
Requisiti di accesso alla partita Iva forfettaria
  • spese per collaboratori massimo per 5000€ lordi
  • costi di ammortamento di beni strumentali non oltre 20.000€
  • non aver superato i seguenti i previsti limiti di ricavi/compensi in base al settore economico in cui si opera (cfr più sotto tutti i numeri)
Esclusi dalla partita Iva forfettaria indipendentemente da reddito e ricavi: -chi ha come attività principale la cessione di fabbricati, di terreni edificabili, di mezzi di trasporto nuovi -i contribuenti non residenti in Italia a meno che non producano almeno il 75% del reddito qui -chi ha un regime Iva speciale o forfettario per la determinazione del reddito, autonomi professionisti o esercenti arti o attività di impresa che partecipano contemporaneamente a società di persone o associazioni.

Partita Iva con regime forfettario: contributi INPS e aliquote per le tasse
Che tasse si pagano con la partita Iva agevolata? Questa è ovviamente la questione che più interessa: col regime forfettario per la partita Iva sono cambiate un po' di cose rispetto al vecchio regime dei minimi in quanto non c'è più il limite dei 30.000 euro di reddito/ricavi ma tale limite varia in base al settore economico in cui si opera. Poi c'è da considerare il coefficiente di redditività per determinare la parte su cui calcolare la tassazione con l'aliquota del 5% per i primi 5 anni, dal sesto diventa 15%.

partita iva agevolata con regime forfettarioContributi INPS partita Iva forfettaria: per quel che riguarda gli autonomi iscritti alla gestione separata e i non iscritti ad albi professionali anche nel 2018 si paga il 27.72% di quanto fatturato, invece i titolari di partita IVA già titolari di pensione o già assicurati presso altre forme di previdenza obbligatoria -ovvero lavoratori dipendenti che hanno anche un'attività autonoma- pagano il 24% (fino al 2015 era il 23.50%), invece artigiani e commercianti poco più del 23% (cfr la guida Pensione per Artigiani e Commercianti, Aliquote Contributi).

Ma quindi quanto si paga di tasse con la partita Iva forfettaria? Di base il calcolo potrebbe non essere complicato, ma occorre farsi assistere da un commercialista o da un CAF in quanto ogni situazione può essere diversa a causa delle differenze sui contributi INPS se si è iscritti alla gestione separata INPS oppure no, alle spese deducibili e altro ancora: inutile girarci intorno, online trovate parecchie guide ma sinceramente riteniamo che, data la complessità della materia, ci siano confusione e informazioni parziali, perdereste un sacco di tempo a cercare di fare tutto da soli e rischiereste di sbagliare.

Diciamo solo che di base al fatturato / ai ricavi si applica il coefficiente di redditività, che varia in base al settore economico di riferimento, e si ottiene così il reddito imponibile su sui applica l'aliquota sostitutiva del 5% per i primi 5 anni, del 15% dal sesto in poi (a differenza del regime dei minimi, quello forfettario non ha limite temporale). Quello che si paga con questa imposta sostitutiva è tutto ciò che deve pagare, come tasse, il contribuente con questa partita Iva agevolata perchè vale come Irpef, Irap, addizionali...

Ricordate poi che si devono pagare i contributi INPS secondo le percentuali su indicate (ricordiamo che i contributi previdenziali danno diritto a deduzioni sul reddito). Anche per questi vi consigliamo l'assistenza di un commercialista o di un CAF, ci sono davvero troppi dettagli e punti da precisare per ogni situazione personale.

Questi sono i limiti di ricavo/fatturato annui per entrare nel regime forfettario in base al settore di attività, con il relativo coefficiente di redditività (tra parentesi i codici Ateco):
  1. Industrie alimentari e delle bevande (10 - 11): coefficiente redditività 40%, limite ricavi/fatturato 45.000 euro
  2. Commercio all’ingrosso e al dettaglio [45 - (da 46.2 a 46.9) - (da 47.1 a 47.7) - 47.9]: limite ricavi/fatturato 50.000 euro, coefficiente redditività 40%
  3. Commercio ambulante di prodotti alimentari e bevande (47.81): limite fatturato/ricavi 40.000 euro, coefficiente redditività 40%;
  4. Commercio ambulante di altri prodotti (47.82 - 47.8): limite fatturato/ricavi 30.000 euro, coefficiente redditività 54%
  5. Costruzioni e attività immobiliari (41 - 42 - 43) - (68): limite fatturato/ricavi 25.000 euro, coefficiente di redditività a86%
  6. Intermediari del commercio (46.1): limite fatturato/ricavi 25.000 euro, coefficiente redditività 62%
  7. Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (55 - 56): limite fatturato/ricavi 50.000 euro, coefficiente redditività 40%
  8. Attività professionali, scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, servizi finanziari ed assicurativi (64 - 65 - 66) - (69 - 70 - 71 - 72 -73 - 74 - 75) - (85) - (86 - 87 - 88): limite fatturato/ricavi 30.000 euro, coefficiente redditività 78%
  9. Altre attività economiche (da 01 a 03 a 05 a 09), (da 12 a 33, da 35 a 39), (49 - 50 - 51 - 52 - 53) - (58 - 59 - 60 - 61 - 62 - 63) - (77 - 78 - 79 - 80 - 81 - 82) -(84) - (90 - 91 - 92 - 93) - (94 - 95 - 96) - (97 - 98) - (99): limite fatturato/ricavi 30.000 euro, coefficiente redditività al 67%
Partita Iva forfettaria o con regime dei minimi? Come già detto, aprire una partita Iva col regime dei minimi non è più possibile, c'è solo la possibilità del regime forfettario (e di quello normale ovviamente). Chi in precedenza ha aperto una partita Iva ai minimi può comunque optare per la forfettaria, o altro regime fiscale, se ne ha i requisiti. Considerate queste due situazioni di esempio:
1 - contribuente che ha iniziato la attività negli anni precedenti applicando il regime dei contribuenti minimi; questo contribuente può transitare nel regime forfetario ed applicare per gli anni mancanti al quinquennio l'imposta sostitutiva del 5%. Questo passaggio è comunque vantaggioso in quanto nel regime forfetario il reddito si determina con un coefficiente e quindi non rilevano i costi, i contributi previdenziali sono ridotti del 35% ed il regime si applica per l'intero anno anche in caso di superamento del limite di ricavi nel corso del periodo di imposta. Ha interesse a rimanere nel regime dei minimi chi è giovane, in quanto lo può mantenere fino al trentacinquesimo anno di età.

2 - contribuente che nel 2015 si è collocato in regime di contabilità semplificata avendo realizzato nell'anno precedente un ammontare di ricavi non superiore ai limiti per l'ammissione al regime semplificato. In questo caso l'opzione sarebbe vincolante per altri due anni ma il contribuente può transitare nel regime forfetario; in questo caso deve essere effettuata la rettifica della detrazione Iva.
L'Agenzia delle Entrate ha precisato che valgono le modifiche introdotte dal governo con la Legge di Stabilità 2016 sulla durata portata da tre a cinque anni  per la tassazione agevolata con imposta sostitutiva per le nuove attività (nuove aperture di partita Iva forfettaria secondo i requisiti richiesti, che comprendono anche che non vi sia continuazione di attività svolte in precedenza) e dunque sostiene che, per chi ha esercitato l'opzione anche mediante comportamenti concludenti, non si applica il vincolo triennale ai sensi dell'articolo 1 del medesimo decreto n. 442.
11 commenti:
Unknown ha detto...

buonasera vorrei aprire un p.i nel settore edile (piccoli lavori edili in generale)ho 30 anni e arrivo da una realta' completamente diversa,nel mio caso a quali spese fisse andrei incontro? a quale tipo di p.i verrebbe assegnata la mia attività?grazie

Christian Citton ha detto...

Se vuole aprirla a regime agevolato forfettario, nell'articolo sono indicati i limiti di fatturato, le spese ecc...

volare77 ha detto...

Buonasera, faccio ripetizioni private e vorrei aprire una partita iva quale regime è consigliato e quali spese sono da sostenere? Spno laureata ma nn ho l abilitazionw come insegnante.Grazie mille Cordiali saluti

Christian Citton ha detto...

Alla domanda non è possibile rispondere perchè non fornisce dati che sarebbe fondamentale sapere: potrebbe fare senza p.Iva ed essere in regola a certe condizioni, come avere bisogno di aprirla con altre. Poi che "regime" scegliere è un'altra questione.

Unknown ha detto...

Buonasera
Vorrei aprire p.iva a regime forfettario dovrei fatturare ad una società francese con sede a Marsiglia un fisso mensile più eventuali provvigioni per la consulenza nella vendita in italia ad aziende si un servizio via internet. La domanda è nella fattura l iva non debbo inserirla ma dovrò compilare l Intrastat trimestrale ma quello che non ho capito l iva del 22% la dovrò comunque fisicamente pagare e quindi nel fisso mensile dovrò considerarla (imponibile piu iva) o la pagherà la società francese ? Grazie mille

Christian Citton ha detto...

Si deve rivolgere a un commercialista, ilportafoglio.info è un sito d'informazione e non di assistenza tecnica e fiscale.

Anonimo ha detto...

Buona sera,ho aperto la partita IVA per necessità lavorativa nel mese di giugno, ... a metà ottobre partorirò è previsto anche in questo caso l'indennizzo maternità? Se si per le dichiarazione dei redditi precedenti basta il 730?
Grazie

Christian Citton ha detto...

Con il cosiddetto "Jobs Act del Lavoro Autonomo 2016" il governo Renzi ha introdotto nuove tutele per gli autonomi, anche a riguardo della maternità: nella guida linkata in rosso nel primo paragrafo trova i riferimenti. Comunque sì, ha diritto all'indennità di maternità.

Unknown ha detto...

Buon giorno a tutti e complimenti per la chiarezza. Purtroppo in questo oceano di burocrazia tesa a spillare i soldi ai contribuenti capisco sempre meno. Io ho una p.iva agevolata che scade a fine 2017. Premetto che faccio l'ingegnere autonomo e non riesco mai a superare i 25.000 di fatturato. Si sono povero ma in Campania quelli come me devono competere con altre realtà non sempre lecite. Ora mi chiedo su 25000 euro oggi riesco a portarmi un netto tra contributi costi ecc ecc di oltre 18.000 o poco meno (ho considerato anche i costi che deduco). Dal 2018 cosa mi accadrà ??

Anonimo ha detto...

Buonasera
Vorrei aprire p.iva a regime forfettario come consulenza ma la mia domanda è posso assumere una persona come mia assistente. E' possibile? A quali spese fisse andrei iincontro?
Grazie,

Christian Citton ha detto...

No, con partita Iva agevolata non si possono assumere dipendenti ma solo avvalersi di prestazioni occasionali pagate con ritenuta di acconto o di prestazioni di altri professionisti con p. I.