14 aprile 2023

Pausa Pranzo: Cosa Spetta ai Dipendenti Secondo la Normativa

Una domanda molto comune tra i lavoratori, soprattutto se appena assunti, è quando si ha diritto alla pausa pranzo? La normativa italiana è molto precisa nello stabilire il diritto del lavoratore alla pausa pranzo: secondo il decreto legislativo n° 66 del 2003, i dipendenti di un'azienda hanno diritto alla pausa pranzo in ogni caso se la giornata lavorativa supera le sei ore di lavoro. Invece pranzo e mensa aziendale sono facoltativi.

Purtroppo, in molti casi la pausa pranzo è un rapido spuntino con un panino, pizzette o cibo delle macchinette consumato al volo, o peggio presso in un fast food con alimenti a cui non voglio neanche pensare. Magari in mezzo alla confusione di un locale strapieno.

E ciò è male, perché devi sapere che è dimostrato che, per mantenere una buona efficienza nel lavoro, le persone hanno bisogno di fare delle piccole pause per svuotare la mente, distrarsi e riposarsi per poi riprendere nuovamente con rinnovata concentrazione (come puoi leggere in questa intervista a Charlotte Weidmann Schneider, nutrizionista della Società Svizzera di Nutrizione).


Per questo il diritto del lavoro prevede che il datore debba concedere un periodo di riposo durante il turno lavoro, periodo di riposo che, in genere, corrisponde alla pausa pranzo. Questo permette di mantenere alte prestazioni nei lavoratori e tutelare il benessere fisico e mentale dei dipendenti.

La pausa pranzo per i lavoratori: i benefici

La pausa pranzo rappresenta un momento di pausa dal lavoro che, come detto, migliora l'efficienza dei lavoratori e soprattutto ne tutela la salute. Ma non solo: c'è una stretta correlazione tra cibo e rendimento lavorativo. Mangiare bene durante la pausa pranzo è fondamentale per poter tornare al lavoro in ottime condizioni mentali e fisiche.

Un corretto regime dietetico, secondo gli esperti, può influire positivamente sul livello di attenzione e può aumentare la qualità del lavoro favorendo lo stato di benessere del lavoratore. Invece saltando i pasti si riduce il livello di zucchero nel sangue e, di conseguenza, la capacità di attenzione e di elaborare le informazioni velocemente, così che ne risentano sicurezza sul lavoro e produttività.

Ma è anche molto importante scegliere con attenzione i cibi da assumere durante la pausa pranzo. Ad esempio le patate al forno, nella ricetta di Gustissimo, sono da preferire alla pasta e alle patate fritte che appesantiscono e rendono più complesso il ritorno al lavoro.

La riduzione degli zuccheri nel sangue è causa di una situazione di stress nella quale l'organismo reagisce producendo gli ormoni dello stress, come l'adrenalina. Di conseguenza, un calo degli zuccheri nel sangue può portare ad un aumento dell'aggressività e dell'irritabilità.

Molto importante, durante la pausa pranzo, è anche assumere proteine in modo da prevenire la sonnolenza postprandiale. L'attenzione e la memoria, invece vengono stimolate con la colina, che si trova ad esempio nelle uova e nella soia. Andrebbero, invece, evitate le farciture grasse come salse, i formaggi grassi, gli zuccheri raffinati contenuti nei dolci (da consumare con moderazione).


In ogni caso lascia stare i cibi precotti da scaldare nel microonde, non andare nei fast food, non mangiare roba confezionata delle macchinette, se vai al bar cerca di consumare insalatone o panini con farciture di verdure e carne.

Oppure se puoi portati da casa qualcosa che hai preparato tu con ingredienti che conosci e che sai essere salutari (o almeno non dannosi...). So che non è facile, visto che tra università e lavoro in mercati e fiere per anni anche io ho dovuto arrangiarmi in tal senso (e avendo la fissa di mangiare sano ero sempre pieni di vincoli autoimposti), quindi ho cercato su Google "ricette facili e sane per pausa pranzo" e ti linko queste tre pagine con alcune idee:

Pausa pranzo: cosa dice la legge

La disciplina della pausa pranzo è il dlgs n. 66/2003 che afferma che la pausa pranzo è un diritto che spetta a tutti i lavoratori con un contratto full time con orario lavorativo superiore alle sei ore. Ciò significa che un lavoratore dipendente non può lavorare per più di sei ore di fila senza fare una pausa pranzo.

La pausa pranzo con lavoro part time è possibile solo se si tratta di part time verticale, ovvero quando si lavora solo alcuni giorni della settimana con turno di lavoro pieno che supera le 6 ore.

diritto alla pausa pranzo
Però non è stabilita la durata minima o massima della pausa pranzo, di conseguenza spetta al datore di lavoro fissare un tempo minimo e massimo entro cui il lavoratore può fare la pausa. In genere, la durata della pausa pranzo oscilla tra la mezz'ora per gli operai che lavorano nella produzione e l'ora dei lavoratori con mansioni impiegatizie. Di solito la pausa pranzo non supera mai le due ore.

Nella paga giornaliera la pausa pranzo non è retribuita, ma i datori di lavoro possono scegliere di riconoscere un indennizzo per il pranzo, pagando un importo giornaliero per il pranzo dei lavoratori attraverso indennità in busta paga, buoni pasto elettronici o cartacei oppure offrendo una mensa aziendale interna o mensa aziendale diffusa.

A stabilire l'entità dei buoni pasto e delle eventuali indennità è sempre la stessa azienda.

Secondo alcune indagini i lavoratori preferiscono tra le varie soluzioni la mensa aziendale, interna o diffusa, affidata ad una rete di ristoranti convenzionati. Questo perché permette di consumare quotidianamente pasti sani, di qualità, cucinati al momento, senza ulteriori spese e senza dover perdere tempo ad andare in qualche bar o ristorante esterno al posto di lavoro.
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