In una circolare l'Inps chiarisce che il pagamento degli assegni corrisposti sarà pari all'importo minore risultante dalla cifra determinata con il sistema di calcolo retributivo fino al 2011 e contributivo pro rata dal 1° gennaio 2012 e la cifra determinata applicando il calcolo retributivo per tutti i contributi maturati.
Gli assegni determinati con questo calcolo non saranno tanto penalizzati quanto ci si aspettava all'indomani dell'approvazione della misura di ricalcolo degli assegni pensionistici. Infatti l'Inps valorizza con l'aliquota di rendimento prevista con il sistema retributivo le anzianità contributive superiori a 40 anni di contributi versati; inoltre l'Istituto di Previdenza precisa che possono essere rivalutati tutti i periodi lavorativi accreditati inclusi quelli eventualmente perfezionati dalla data di conseguimento della pensione a quella di effettiva erogazione dell'assegno pensionistico.
In sintesi l'Inps utilizzerà un calcolo retributivo differente da quello vigente fino al 31 dicembre 2011 per valutare l'importo dell'assegno in essere, quindi il calcolo risulterà più favorevole potendosi derogare al limite massimo di anzianità contributiva calcolabile.
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Conclusi i calcoli l'Inps erogherà pensioni con un importo minore determinato dal raffronto fra i due sistemi di calcolo. I lavoratori più colpiti dal ricalcolo, ovvero coloro che riceveranno un assegno pensionistico minore, sono quelli che sono usciti dal mondo del lavoro con un'età superiore all'anzianità anagrafica prevista per la pensione di vecchiaia ovvero i lavoratori che sono andati in pensione con 66 anni e 3 mesi di età e che percepivano uno stipendio superiore a circa 46mila euro l'anno, vale a dire superiori al tetto pensionabile vigente nel sistema retributivo.
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